Aiuto genitori che faticano a gestire le proprie emozioni e quelle dei figli a migliorare la comunicazione e ritrovare equilibrio nella relazione familiare con il metodo RE-GEN.


IL METODO RE-GEN: Rigenerare la relazione genitore-figlio
Il metodo RE-GEN si basa su principi consolidati della psicologia emotiva e relazionale, adattati in modo pratico e accessibile per accompagnare genitori e famiglie nel complesso lavoro di crescita dei bambini e degli adolescenti.
Quello che rende RE-GEN diverso è l’attenzione concreta alla regolazione emotiva e alla co-regolazione tra genitori e figli: partiamo dal presupposto che comprendere e accogliere le emozioni, sia proprie che dei bambini, è la chiave per costruire relazioni sicure e significative.
Il percorso aiuta i genitori a riconoscere e comprendere le emozioni che i figli vivono, anche quando non vengono espresse a parole.
SERVIZI

Un percorso clinico dedicato a bambini e ragazzi (3–18 anni), pensato per offrire uno spazio protetto di ascolto, contenimento e rielaborazione emotiva.
Attraverso colloqui individuali, spesso integrati da incontri con i genitori, il percorso aiuta il bambino ad affrontare ansia, rabbia, tristezza, difficoltà relazionali o scolastiche, anche in assenza di una diagnosi formale o in presenza di un disagio momentaneo.
L’intervento si basa su un approccio che unisce strumenti cognitivo-comportamentali alle più recenti conoscenze nel campo delle neuroscienze interpersonali e della teoria dell’attaccamento, promuovendo lo sviluppo integrato del cervello, delle emozioni e delle relazioni.
Attraverso il gioco terapeutico, la narrazione e tecniche di regolazione emotiva, il bambino viene accompagnato nel riconoscere e dare significato alle proprie esperienze interiori, potenziando la capacità di autoregolarsi, costruire relazioni sicure e sviluppare risorse emotive più solide.

Un percorso di supporto e potenziamento pensato per bambini e adolescenti con bisogni educativi speciali, difficoltà di autoregolazione o diagnosi neuroevolutive (come DSA, ADHD o disturbi del comportamento).
Mi occupo anche del supporto post-diagnosi, accompagnando bambini e famiglie dopo la valutazione specialistica, con interventi di potenziamento delle abilità cognitive e scolastiche prescritti nel profilo diagnostico o nei casi di sospetta diagnosi.
Le attività sono personalizzate e strutturate per favorire autonomia, regolazione emotiva e strategie di apprendimento efficaci, adattandosi al profilo unico di ogni bambino.
Combino tecniche cognitivo-comportamentali con approcci che valorizzano la connessione tra cervello, corpo e relazione, per promuovere uno sviluppo più armonico e funzionale, anche attraverso il coinvolgimento attivo della famiglia.

Offro percorsi di supporto psicologico individuale, strutturato in 10 incontri, pensati per adulti che desiderano superare momenti di difficoltà emotiva, ansia, stress, blocchi personali o cambiamenti di vita.
Attraverso un approccio strutturato e orientato al cambiamento, utilizzo strumenti che aiutano a riconoscere e modificare schemi di pensiero e convinzioni limitanti, promuovendo una maggiore consapevolezza e la costruzione di nuovi modi di affrontare situazioni problematiche.
Il percorso si concentra sul passaggio dallo stato attuale – caratterizzato da emozioni negative, pensieri disfunzionali e comportamenti poco efficaci – a uno stato ideale di benessere emotivo, equilibrio e resilienza.
Questo metodo è particolarmente efficace per chi vuole gestire ansia, stress, insicurezze, difficoltà relazionali e momenti di crisi, sviluppando risorse interne solide e strategie pratiche per affrontare la quotidianità con maggiore sicurezza e serenità.

Un percorso in piccolo gruppo pensato per bambini che vivono difficoltà nel riconoscere, esprimere o regolare le proprie emozioni, o faticano a costruire relazioni serene con i pari.
Attraverso giochi cooperativi, attività creative e momenti di confronto guidato, iI bambini imparano a riconoscere le emozioni in sé e negli altri
Comunicare in modo più efficace e rispettoso
Rafforzare le proprie competenze relazionali e sociali
📌 Laboratorio attivo – Contattami per ricevere la locandina o conoscere le date del prossimo ciclo.

Un percorso di gruppo per potenziare attenzione, memoria di lavoro, flessibilità cognitiva e autoregolazione, attraverso attività ludiche, esercizi mirati e momenti di mindfulness.
Indicato per bambini che mostrano difficoltà scolastiche, nel gestire l’impulsività, nell’organizzarsi o nel mantenere la concentrazione.
Con Cervellotti in Azione i bambini imparano a:
Rinforzare le abilità cognitive in modo divertente
Riconoscere e modulare le proprie emozioni
Acquisire strumenti pratici per affrontare le sfide quotidiane
Laboratorio attivo – Scrivimi per info, iscrizioni o per ricevere la locandina.

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La sintonia emotiva è un processo relazionale fondamentale nello sviluppo del bambino, ma per comprenderla appieno è essenziale chiarire cosa non è.
Sintonia non significa accondiscendenza né fusione emotiva. Non coincide con il “dare ragione” al bambino, né con la cancellazione dei limiti. Non si tratta di controllare o modificare direttamente il comportamento, ma di costruire una connessione autentica, che funge da base sicura da cui il bambino può regolare le proprie emozioni e sviluppare competenze affettive e cognitive.
In termini neurobiologici, la sintonia si realizza quando l’adulto riesce a cogliere e rispecchiare in modo coerente lo stato interno del bambino, fornendo una regolazione esterna attraverso la propria presenza calma, responsiva ed empatica. Questo favorisce lo sviluppo di circuiti neurali integrati e adattivi, facilitando l’accesso alle funzioni esecutive della mente.
Reattività vs Ricettività: un passaggio chiave
Uno dei principali benefici della sintonia emotiva è la possibilità di aiutare il bambino a passare da uno stato di reattività a uno stato di ricettività.
Quando un bambino è in crisi, sopraffatto da emozioni intense come rabbia, frustrazione o tristezza, il suo cervello si attiva in modalità di sopravvivenza. Questo stato reattivo è dominato dalle strutture sottocorticali del sistema limbico (amigdala, tronco encefalico), mentre la corteccia prefrontale — responsabile della riflessione, della regolazione e dell’apprendimento — si disattiva parzialmente. In altre parole, il bambino non può ragionare né apprendere in modo efficace finché non si sente compreso, visto e regolato emotivamente.
I comportamenti disfunzionali o aggressivi, in questi momenti, non devono essere letti come volontari o manipolativi, ma come segnali di difficoltà nel far fronte alla realtà interna o esterna. Spesso sono grida di aiuto implicite: “Sto perdendo il controllo. Aiutami.”
È proprio in questi momenti critici che il bisogno di sintonia è massimo. Grazie a una risposta empatica e regolata dell’adulto, il bambino può iniziare a calmarsi, riattivare la connessione con sé e con l’altro, e tornare in uno stato ricettivo — cioè, disponibile ad ascoltare, apprendere e cooperare.
La domanda chiave
Per questo, una domanda fondamentale che ogni genitore o adulto educativo dovrebbe porsi prima di intervenire o correggere è:
“Mio figlio è pronto? È in uno stato mentale che gli consente di ascoltarmi, comprendere e interiorizzare ciò che voglio trasmettergli?”
Senza questo passaggio, ogni tentativo educativo rischia di essere inefficace o addirittura dannoso, poiché agisce su una mente chiusa dalla tempesta emotiva.
Come tradurre la sintonia in pratica: aiutare il bambino a “sintonizzarsi” con sé e con noi
Ecco 1 strumento pratico per favorire il passaggio dalla reattività alla ricettività:
Validare l’esperienza emotiva prima di intervenire: dire “capisco che sei molto arrabbiato” aiuta il bambino a sentirsi visto e compreso.
In sintesi, la sintonia emotiva è il primo passo per ogni processo educativo efficace. Senza sintonia, non c’è apprendimento. Senza ricettività, non c’è interiorizzazione. Aiutare il bambino a sentirsi compreso non significa rinunciare all’educazione, ma creare le condizioni perché possa davvero imparare.
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